Riflessioni sul percorso formativo 2020/2021L’emergenza sanitaria, provocata dalla pandemia Covid-19, ha costretto il mondo della formazione a muoversi verso l’erogazione di soli corsi online, in tutte gli ambiti e in tutte le discipline. Anche Aimepe Lombardia ha dovuto adeguarsi, proteggendo i corsisti e i loro familiari. Per questo, ci si è subito interrogati profondamente sulla fattibilità online di un corso professionalizzante, con tante ore di pratica e con una componente relazionale quasi decisiva, ai fini dell’apprendimento. Del resto, per noi, è sempre stato importante preservare i rapporti alla luce del fatto che il “fare formazione”, non avesse nulla a che vedere con la mera erogazione di contenuti, ma con qualcosa che potesse accadere incontro dopo incontro… Come poter soddisfare, allora, i tre livelli di una buona formazione? Il sapere? Il saper fare? Il saper essere? In particolare, in questo contesto, il sapere è inteso come capacità di individuare quelle situazioni relazionali difficili, i conflitti aperti o latenti che possono essere generativi di un nuovo rapporto e come accettazione della diversità, dei valori delle realtà degli altri, senza perdere i propri punti di riferimento. Il saper fare, invece, è legato alla capacità di far fronte alle situazioni di conflitto, dalla semplice tensione alla violenza morale, verbale e/o fisica, creando un tempo e un luogo per l’accoglienza e l’ascolto. Il saper essere, infine, è relativo alla capacità di integrare quanto appreso durante il Master nella vita quotidiana, personale e professionale, assumendo un atteggiamento adeguato, da “artigiano di pace” in tutte le circostanze, anche quelle più complesse, in modo da diffondere, con piccole azioni, l’esprit de la médiation. Ecco che, per soddisfare questi tre livelli sopraelencati, il team è pervenuto alla conclusione che fosse necessario preservare la parte esperienziale del Master. E’ così è stato! Il Corso di alta formazione in Mediazione dei conflitti e Mediazione penale 2020 non ha abdicato alla parte pratica , indipendentemente dal fatto che si sia dovuto svolgere prevalentemente on-line. E’ opportuno sottolineare, però, che la formazione on-line è avvenuta sempre in modalità sincronica, ossia le allieve si sono collegate insieme, entrando in una stanza virtuale nello stesso momento, come se si apprestassero, ad ogni incontro formativo, ad aprire la porta della sede operativa. Quindi, nonostante l’emergenza Covid-19 abbia forzatamente isolato le persone, AI.Me.Pe Lombardia è riuscita ugualmente a costruire una micro-comunità, servendosi dell’e-learning come strumento di interazione a servizio dell’apprendimento. Indubbiamente si è trattato di un cammino particolare, nuovo, non esente da difficoltà, ma che ha reso ciascuno di noi più determinato e creativo nel favorire l’incontro. E noi di incontri ce ne intendiamo…! Per questo ogni lezione è stata arricchita da esercizi in modalità blended (combinazione tra sessioni in classe e approfondimenti digitali), da dibattiti, da riflessioni, da lavori in coppia e in gruppo (su esercizi di ascolto, di accoglienza delle emozioni, di comunicazione non verbale, di ascolto empatico), da storyboard e da giochi di ruolo che mettono in scena alcuni conflitti vissuti dai partecipanti stessi. Quest’ultimi hanno permesso ai corsisti di cominciare a praticare la mediazione. Le simulazioni, infatti, offrono ai partecipanti la possibilità di sperimentare, in prima persona, i meccanismi del conflitto e di acquisire l’esperienza sempre più approfondita della relazione di opposizione. L’incontro con le emozioni e la sofferenza non è teorico, ma vissuto, in quanto c’è sempre un effetto specchio rispetto alle proprie esperienze. In questo modo, i partecipanti riescono a comprendere appieno il meccanismo del processo di trasformazione, proprio della mediazione. I partecipanti possono sperimentare, ogni volta, un ruolo diverso del setting di mediazione penale: mediante (vittima, colpevole) e mediatore Durante la formazione, le simulazioni sono state portate avanti con estrema attenzione e serietà, chiedendo alle allieve di raccogliersi in un luogo isolato della propria abitazione e accertandosi sempre che vi fosse un accompagnamento appropriato in uscita, con le dovute restituzioni. Per quanto riguarda gli stages in presenza, invece, si sono rivelati delle occasioni calendarizzate per portare avanti delle attività motorie altrimenti impraticabili a distanza e dei momenti per saldare dei legami già stretti on-line. Pertanto essendo riusciti ugualmente a perseguire gli obiettivi prefissati in programma, abbiamo deciso di convalidare l’esperienza formativa, proponendo anche per quest’anno la stessa formula dell’edizione 2020: on-line in maniera sincronica e 3 laboratori, in presenza, nel pieno rispetto delle norme anti-Covid. Le lezioni al pc, quindi, continueranno a prevedere esercitazioni e simulazioni di casi reali in grado di fornire ai partecipanti competenze pratiche di mediazione penale che vanno ben oltre la semplice conoscenza della materia. I laboratori in presenza, invece, saranno serventi per conoscere più da vicino il gruppo e per assimilare e approfondire quanto già appreso. Gli stages, in presenza, verteranno su:
Noi ci auguriamo vivamente che l’edizione 2021 possa essere emozionante come quella appena trascorsa, nonostante le difficoltà del momento storico. Del resto è risaputo che - rimanendo dentro la vita e nel mondo - le crisi possono rivelarsi delle opportunità di crescita. Per noi è stato così, in quanto abbiamo lavorato moltissimo per la buona riuscita del corso. Pensiamo che non si tornerà indietro. Ogni nostra esperienza sarà comunque modificata - seppur in minima parte - nel futuro da quanto vissuto nell’ultimo anno, tra queste anche l'esperienza formativa di AI.Me.Pe Lombardia. Buon vento...
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AutoreDott.ssa Monica Bonsangue, psicologa, psicoterapeuta e psicotraumatologa, esperta in dinamiche di violenza. Formatore internazionale. Autrice del libro "La violenza psicologica nella coppia. Cosa c'è prima di un femminicidio". Archivi
Gennaio 2022
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